Cerca nel blog

mercoledì 27 aprile 2011

Il primo libro di Matteo De Luca “La strada del brivido”


“Leggere non ha bisogno dell’imperativo”
                                                                          (D. Pennac)
Come ogni anno l’I.C. “R. Leone” organizza degli incontri con gli autori per cercare di avvicinare sempre più i ragazzi alla lettura. Infatti oggi la maggior parte dei ragazzi preferisce trascorrere il tempo libero in altri modi non sapendo ciò che si perdono. Il leggere è un ottimo strumento per arricchire il lessico, prendere spunti e sviluppare la fantasia. Il 2 Aprile 2011 è stata una giornata particolare per i ragazzi delle terze, che nell’aula magna hanno assistito alla presentazione di un libro scritto da un “autore in erba”, anche loro compagno: Matteo De Luca. 
Appena entrati si sono notati subito i cartelloni colorati dedicati con affetto dai suoi compagni di scuola e l’emozione dell’autore si percepiva. Il primo libro di Matteo si intitola “La strada del brivido, un romanzo fantasy ambientato nella lontana Irlanda e scritto durante la scorsa estate. 
Per dare inizio a quest’incontro ha preso la parola la prof.ssa Mariani, referente del progetto “Lettura”, la quale ha ribadito che l’obbiettivo di questo progetto è proprio stimolare tutti a leggere, verbo che non ha bisogno dell’imperativo come afferma D. Pennac. 
Poi ha preso la parola il Delegato Sindaco che ha ringraziato dell’invito a quest’ incontro e ha invitato i ragazzi a staccarsi un po’ dal computer per riscoprire il piacere di leggere. 
Il Preside Vincenzo Calabrese è intervenuto affermando che non è facile, è quasi fuori dal mondo, trovare alunni che si cimentino nello scrivere su carta un libro. Questa difficoltà dipende dal fatto che oggi viviamo immersi nella tecnologia e non a caso gli editori ci considerano nativi digitali, mentre il nostro dirigente si sente invece figlio di Gutenberg, lo scienziato inventore della stampa. Accetta l’informatica come strumento di affiancamento al libro cartaceo ma non condivide la proposta di eliminare questi ultimi perché la lettura di un libro è un valore insostituibile. Questo è uno dei motivi per cui sostiene fortemente  gli incontri con gli autori, considerandoli punti di riferimento per la didattica. 
Il libro di Matteo è un testo frutto della sua creatività e fantasia; si nota la sua predilezione per il genere fantasy e horror per alcuni  riferimenti lugubri, conservando però una scrittura semplice e lineare. 
In un breve intervento, il vicesindaco Vizzielli racconta che il suo soprannome è “grafomane”, proprio per la sua abitudine di scrivere tutto a mano. Per lui leggere un libro, averlo fra le mani è sempre una sensazione bellissima perché è un oggetto vivo. In questo viaggio fantastico, Matteo è stato seguito da ex ed attuali professori tra cui la maestra Maria Sinisi che ha scritto la prefazione del suo libro. Naturalmente non possono mancare i ricordi che ha di lui come l’amore per la lettura e la preferenza per gli autori di gialli così come dimostra la storia, ricca di suspense e afferma inoltre di aver sostenuto sempre la lettura che, non dà soddisfazioni immediate ma è un percorso lungo e faticoso. 
Avendo visionato il racconto prima della sua pubblicazione, afferma che è un richiamo all’ascolto dei giovani dato che il protagonista si inventa un amico immaginario perché nella realtà non ne trova uno disposto a seguirlo. Questa situazione riguarda i problemi della società in generale, percepiti dalla sensibilità dell’autore. La dedica de “La strada del brivido” è per i nonni di Matteo a testimonianza del ruolo fondamentale che svolge per lui la famiglia considerata in senso lato. Ciò lo ribadisce quando prende la parola. I suoi ringraziamenti più sentiti sono per il Preside che ha concesso quest’iniziativa, il Delegato suo grande amico, i suoi compagni non solo di classe, la professoressa Sassi e da ultime ma non tali, la maestra Sinisi, colei che l’ha fatto appassionare alla lettura e le sue sorelline. L’ispirazione per il libro non è ben definita, semplicemente Matteo  era pervaso da milioni di idee; ha deciso così di metterle insieme e pian piano che lo scriveva ci “faceva amicizia”. Il ricavato della vendita del romanzo sarà devoluto alla mensa dei poveri di Ginosa e chi volesse acquistarlo darà un contributo personale non per gratificare Matteo ma per aiutare gli altri perché per lui scrivere è un piacere. Il Preside ha in serbo per lui una sorpresa: sta per pubblicare un libro sulla storia di Ginosa e Marina di Ginosa e vuole inserirvi delle foto di questo evento per immortalarlo. A questo punto è intervenuta la maestra Rossella Montesano  complimentandosi con Matteo perché leggendo il suo libro ha notato la sua abilità nel coniugare sentimenti come paura, indecisione con il coraggio di superarli. 
Il messaggio è chiaro: si scrive bene solo se si legge tanto
Tale evento fa onore alla scuola e il suo augurio è di un futuro soddisfacente. Rispondendo alle domande poste dai suoi compagni, l’autore ha svelato il suo sogno: non abbandonare mai la lettura poiché solo così ci si accultura. Ha deciso che deve scrivere una seconda parte de “La strada del brivido” dal momento che il finale non è ben definito e si è molto immedesimato nel protagonista vivendo insieme a lui tutti i momenti. 
Un augurio significativo l’ha ricevuto dallo zio che, prendendo spunto dalla fiaba di Pinocchio, ha evidenziato come il suo talento è di tutti e non deve sprecarlo commettendo lo stesso errore del burattino che lo “sotterrò”. 
Don Gennaro ha sottolineato che nella cultura orientale leggere vuol dire interiorizzare e ciò deve essere tenuto sempre a mente per cercare la felicità e inserirla nel messaggio dei libri. 
In conclusione di quest’interessante giornata che rimarrà nella nostra “storia”, il Preside ha annunciato la sua speranza di avere l’opportunità di presentare il prossimo libro di Matteo proprio qui nella nostra scuola. E’ l’auspicio più bello che potesse fare ad un “autore in erba” che un giorno potremmo essere orgogliosi di aver conosciuto; magari grazie a lui aver iniziato ad amare la lettura e quindi a sognare coltivando sempre le nostre aspirazioni.
Arianna Antohi

Nessun commento:

Posta un commento